Le antenne sono dispositivi in grado di convertire un segnale elettrico in onde elettromagnetiche ed irradiarle nello spazio circostante o viceversa.”

Nel nostro caso le antenne vengono utilizzate per la ricezione di immagini e dati dai satelliti meteorologici orbitanti intorno alla terra.

Le antenne utilizzate per la ricezione di segnali si dicono antenne riceventi in quanto sono in grado di assorbire l'energia proveniente da un'onda elettromagnetica e generare una tensione ai propri capi in risposta.

Il segnale trasmesso e/o ricevuto assume valori significativi quando la frequenza dello stesso corrisponde alla  risonanza elettromagnetica dell'oggetto, nel caso che il materiale di cui è composta l'antenna sia un buon conduttore, le tensioni in uscita dall'antenna sono utilizzabili per la ricezione via radio.

Le antenne innanzitutto si distinguono in direttive e omnidirezionali. Le prime permettono di aumentare l'intensità del segnale trasmesso (in gergo tecnico si parla di guadagno espresso in decibel) concentrandolo nella direzione in cui si trova la stazione ricevente. Le direttive sono dunque delle lenti elettromagnetiche e se vogliamo sapere come sono fatte, basta guardare le antenne televisive sul tetto di casa.

Le antenne omnidirezionali, invece, hanno il vantaggio di ricevere da più direzioni contemporaneamente, al prezzo di un minore guadagno, e vengono utilizzate per le stazioni mobili o quando non si sappia in anticipo dove si troverà il corrispondente. Degli esempi nella vita di tutti i giorni sono dati dalle antenne dei telefoni cellulari e da quella dell'autoradio.

ORIGINE DEL TERMINE "ANTENNA"

La parola "antenna" che oggi usiamo così comunemente proviene dai primi esperimenti di Guglielmo Marconi. Deriva infatti dalla stessa parola marinaresca che indica il lungo palo, trasverso rispetto all'albero, che sostiene in alto la vela.
L'estensione dal significato originale è dovuta allo stesso Marconi (il cui padre desiderava per lui una carriera in marina) quando osservò che, appendendo uno dei due terminali dell'oscillatore (all'epoca un cubo o una sfera di ferro stagnato) su un alto palo, i segnali trasmessi e ricevuti potevano coprire distanze molto maggiori. Iniziò così, in contrapposizione al "terminale a terra", a indicare quello in posizione sopraelevata detto "antenna".

COSTRUZIONE

Ai fini di una migliore ricezione abbiamo costruito le antenne scolastiche seguondo principi precisi e ben definiti.
 

Nella costruzione di una antenna Guadagno (amplificazione), apertura e diagramma di radiazione sono elementi fondamentali e strettamente connessi gli uni agli altri. Il guadagno è misurato per confronto tra l'antenna considerata e un'antenna di riferimento, come riferimento si usa il dipolo perché una sorgente isotropa (cioè che irradia egualmente in tutte le direzioni) è un'idealizzazione e non può essere praticamente realizzata, il dipolo di riferimento ha un guadagno di 2,1 dB. La maggior parte delle antenne reali irradiano più di un'antenna isotropa in alcune direzioni e meno in altre. Il guadagno è adimensionale e intrinsecamente direzionale; esso è solitamente misurato nella direzione in cui l'antenna ha la massima emissione.
 

L'apertura è la forma della sezione trasversale nella direzione del massimo guadagno e ha quindi due dimensioni. (talvolta l'apertura è espressa come raggio del cerchio che approssima questa sezione trasversale o l'angolo del cono).

Il diagramma di radiazione è la rappresentazione tridimensionale del guadagno, ma solitamente si preferisce più comodamente considerare i diagrammi di sezioni orizzontali e verticali. Antenne ad alto guadagno solitamente presentano dei lobi laterali. Essi rappresentano dei picchi minori del guadagno rispetto al lobo principale (il "fascio"). Questi lobi laterali limitano la qualità dell'antenna se questa è usata in sistemi in cui si deve determinare la direzione del segnale, come ad esempio nei sistemi radar. Nella figura è rappresentato un diagramma di radiazione a due dimensioni (che potrebbe rappresentare una sezione verticale o una sezione orizzontale dello spettro di emissione). In rosso è rappresentato il fascio (main lobe) e, in blu, i lobi laterali (side lobe).

RADIOAMATORI

Ai fini della ricezione di dati ed immagini dai satelliti orbitanti intorno alla terra è stato necessario allestire una stazione radioamatoriale all'interno dell'edificio scolastico.

CHI SONO

Il radioamatore in gergo OM che sta per Old Man o HAM (a sua volta acronimo di Hertz, Armstrong e Marconi) è una figura che non va assolutamente confusa con l'appassionato di CB, ovvero banda cittadina. Le differenze sono dettate dal fatto che il radioamatore è uno sperimentatore e per operare come tale deve necessariamente dare prova della sua competenza al Ministero delle Comunicazioni superando un esame scritto. Ciò è necessario in quanto il radioamatore è abilitato all'uso di apparecchiature prive di certificazione da parte di terzi. Egli stesso potrà quindi progettare, modificare o costruire ex novo i propri apparecchi entro le specifiche tecniche assegnate dal Ministero. Ottenuta quindi la dovuta abilitazione (patente) con il superamento degli esami, se non sussistono elementi pregiudizievoli sulla persona (ad esempio importanti precedenti penali), è possibile ottenere dallo stesso Ministero l'autorizzazione a trasmettere (una volta chiamata Licenza; ora Autorizzazione Generale). La stazione che in questo modo si è autorizzati ad impiantare ed a esercitare (diversamente il solo possesso costituirebbe reato) è identificata in tutto il mondo in maniera univoca da un nominativo. Il nominativo viene assegnato dal Ministero delle Comunicazioni ed identifica la stazione ed il suo titolare, come la targa di un'automobile identifica il suo proprietario.

IL NOMINATIVO

Il nominativo del radioamatore è una "sigla" composta da lettere e numeri assegnata dal Ministero delle Comunicazioni. Il nominativo è divisibile in due parti: il prefisso ed il suffisso.

Esempio: IT9UQI

Il prefisso è IT9, il suffisso è UQI.

Il prefisso è sempre composto da due sezioni, una prima parte composta da una o più lettere ed un numero che indica la zona postale all'interno della nazione.

Il suffisso è un insieme di lettere (almeno un carattere) che identifica univocamente il radioamatore.

Nel caso di IT9UQI, il significato è: IT nominativo italiano, 9 la zona italiana che nell'esempio in questione appartiene alla Sicilia

, UQI le tre lettere che assieme al prefisso identificano il radioamatore.

I nominativi italiani sono progressivi, ad esempio per Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria sono stati assegnati i nominativi a partire da I1AAA fino a I1ZZZ. Per l'Italia, il numero per i radioamatori è generalmente in relazione con il CAP (Codice di Avviamento Postale): molto più specificamente il numero è la prima cifra del Codice di Avviamento Postale.

SATELLITI RADIOAMATORIALI

Le associazioni radioamatoriali di vari paesi hanno messo in orbita, già da qualche decennio, dei piccoli satelliti artificiali ad uso radioamatoriale. La progettazione è stata in genere demandata a radioamatori che sono anche ingegneri e progettisti, con l'aiuto di molti semplici appassionati, e le ingenti spese di lancio sono state coperte da raccolte volontarie di fondi tra tutti i radioamatori del mondo.

I satelliti radioamatoriali funzionano un po' come dei ripetitori posti nell'orbita terrestre. Da terra si trasmette su una certa banda ed il satellite lo ritrasmette su un'altra, dove può essere ricevuto a grande distanza. Le bande utilizzate sono in genere nelle VHF, UHF ed SHF, perché a queste frequenze la ionosfera è trasparente e il segnale può quindi raggiungere lo spazio senza ostacoli o attenuazioni. Fanno eccezione alcuni satelliti russi della serie Radio Sputnik, che ricevono nella banda dei 21 MHz e trasmettono sui 29 MHz.

Stazioni radioamatoriali sono state anche presenti nella stazione spaziale Mir e sugli Space Shuttle, mentre ne esiste una anche nella odierna Stazione Spaziale Internazionale. Molti radioamatori hanno quindi potuto avere l'emozione di parlare in diretta con un astronauta o cosmonauta. Sono anche organizzati collegamenti tra scuole medie e superiori e gli astronauti nello spazio, a scopo educativo.

Normalmente basta una potenza di pochi watt per collegarsi via satellite. A volte bastano delle antenne fisse, mentre in altri casi vanno usate delle antenne direttive, che devono inseguire il satellite nel suo movimento attraverso il cielo.

La frequenza su cui si trasmette determina la lunghezza d'onda, normalmente identificata dalla lettera greca λ (lambda). È calcolabile, espressa in metri, facendo la divisione tra 300.000 (km/s = velocità della luce) e la frequenza espressa in kHz. Ad esempio 300.000 / 3.750 kHz dà come lunghezza d'onda 80 metri esatti e proprio per questo la banda che va da 3,5 a 3,8 MHz viene chiamata banda degli "80 metri". Se si preferisce, si può fare la divisione equivalente tra 300 e la frequenza espressa in MHz.

Per effettuare il collegamento tra radio e antenna si usa nella maggior parte dei casi del cavo coassiale. La radio, il cavo coassiale e l'antenna devono avere la stessa "impedenza caratteristica" e solo in questo caso si ottiene il massimo trasferimento di potenza (dalla radio all'antenna in trasmissione e dall'antenna alla radio in ricezione). L'impedenza assunta oggi come standard per i ricetrasmettitori è pari a 50 Ohm, diversa da quella degli impianti televisivi, che è invece di 75 ohm.

È il caso di osservare che mentre il trasmettitore ha dei problemi (osservabili e facilmente misurabili) se la potenza erogata non arriva tutta all'antenna (riscaldamento, emissione di interferenze), la stessa cosa avviene per il segnale che arriva dall'antenna e che sarebbe utile arrivasse tutto al ricevitore. L'adattamento d'impedenza è dunque importante sia per il ricevitore che per il trasmettitore.

RICEZIONE

La ricezione di dati dai satelliti necessita uno studio approfondito del sistema di trasmissione e del momento e condizioni favorevoli all'acquisizione dei dati.

Conducendo dal satellite le semirette tangenti alla sfera terrestre, su di essa s'individua un cerchio minore che rappresenta la linea dell'orizzonte geometrico del satellite. 
La porzione di superficie terrestre, racchiusa da tale linea, rappresenta l'area d'acquisizione o di copertura ossia l'area entro la quale si possono captare gli eventuali segnali trasmessi dal satellite. Tale area è anche ovviamente la frazione di superficie terrestre visibile o "fotografabile" dal satellite. 
A tale scopo si utilizzano programmi di tracking che sulla base dei kepleriani, dati aggiornati sulla posizione del satellite, sono in grado di calcolare i futuri passaggi utili e fornire informazioni sull'orientamento delle antenne. 
La maggiore risoluzione che è possibile ottenere è quella di alcuni satelliti militari che riescono a "fotografare" dettagli in alta risoluzione quali le targhe delle macchine.

Le zone polari della Terra non sono osservabili dai satelliti geostazionari; analogamente, gli osservatori terrestri situati in tali aree non possono ricevere i segnali emessi dai satelliti.
L'area utile, in realtà, è minore di quella indicata per i seguenti motivi:

  • Le zone fotografate presentano ai bordi un grado di definizione molto basso a causa della forma sferica del globo terrestre. Le maggiori definizioni, intese come i più piccoli particolari visibili sulla superficie terrestre, si hanno nella zona equatoriale dove i raggi luminosi incidono perpendicolarmente alla superficie.

  • La ricezione dei segnali è molto più difficoltosa quando il satellite è in prossimità dell'orizzonte. In tal caso, infatti, le onde elettromagnetiche devono attraversare uno spessore di ionosfera e d'atmosfera maggiore rispetto a quello che si ha quando i segnali provengono da una direzione quasi perpendicolare alla superficie terrestre.

I dati e le immagini ricevute dai satelliti sono di due tipi:

  • APT analogico (Automatic Picture Trasmission) il sistema di diffusione a bassa risoluzione, 8 bit (256 livelli di grigio), con duplice immagine linearizzata di cui una all'infrarosso e l'altra al visibile;

  • HRPT digitale (High Resolution Picture Trasmission) il sistema che trasmette a piena risoluzione, 10 bit (1024 livelli di grigio), tutti e 5 i canali spettrali generati dal radiometro di bordo, due al visibile e tre all'infrarosso. Combinandoli opportunamente è possibile ottenere anche immagini a colori reali.

STAZIONE RICEVENTE

Da terra possono essere facilmente ricevute le immagini e i dati trasmessi dai satelliti. Per quanto detto precedentemente sull'orbita polare, è necessario conoscere la posizione del satellite nel cielo per sapere quando sarà acquisibile. A tale scopo si utilizzano programmi di tracking che sulla base dei kepleriani, dati aggiornati sulla posizione del satellite, sono in grado di calcolare i futuri passaggi utili e fornire informazioni sull'orientamento delle antenne un chiaro esempio è il software a disposizione dell'istituto denominato "STK". Altro software necessario è quello di decodifica del segnale ricevuto, che traduce i dati inviati dal satellite in immagine utilizzando la scheda audio del PC per l'acquisizione. 

La parte più complessa e costosa è ovviamente quella hardware. Occorre un buon ricevitore FM in grado di coprire le frequenze da 134 a 140 MHz circa e del cavo coassiale di buona qualità, meglio se a bassa attenuazione. A questo si deve aggiungere il seguente materiale:

  • ricezione APT
    - Antenna omnidirezionale per satelliti polari o antenna direttiva con relativo sistema di elevazione e rotazione. Nel primo caso può essere utilizzata una normale antenna verticale che consente però l'acquisizione solo quando il satellite si trova nella parte bassa del cielo; un dipolo incrociato permette la ricezione di tutto il passaggio ma non ha un grande guadagno; i migliori risultati si ottengono con antenne di tipo quadrifilare. Nel secondo caso si utilizzano antenne di tipo yagi, si riceve un buon segnale ma la necessità di un sistema di movimentazione rende tutto più costoso e complicato da controllare.
    - Preamplificatore di segnale montato direttamente sotto l'antenna che permette di eliminare i problemi di attenuazione dovuti al cavo di discesa. Può essere omesso se la tratta di cavo è breve.
  • ricezione HRPT
    - Antenna parabolica di circa 1 m di diametro con illuminatore per i 1700 MHz a polarizzazione circolare destrorsa.
    - Sistema di elevazione e rotazione dell'antenna per l'inseguimento del satellite controllato preferibilmente in automatico dal programma di tracking.
    - Converter, con preamplificatore integrato, che trasla il segnale dai 1700 MHz a circa 135 MHz, frequenza adatta al ricevitore utilizzato.

CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SISTEMA IMMAGINI

APT

Polarizzazione

Circolare destrorsa

Modulazione

Analogica FM

Deviazione

+/- 17 kHz

Sottoportante

2400 Hz

Modulazione sottoportante

AM 87%, Max=bianco

Linee al minuto

120

Indice di cooperazione

576, Risoluzione uniforme di 4 km

Potenza TX

5 watt

Le trasmissioni APT non hanno segnale di start e di stop, ma una frequenza di sincronismo che permette al software di acquisizione di ricevere correttamente l'immagine.


 

HRPT

Polarizzazione

Circolare destrorsa

Modulazione

Digitale PSK

Indice di modulazione

+/- 67.3°

Bit rate

665400 bps

Frame rate

6 linee al secondo

Bit per parola

10

Bit per linea

11090

Linee per frame

1

Parole per una immagine per linea

2048

Numero di canali

5

 

FREQUENZE SATELLITI METEREOLOGICI

La ricezione avviene collegando l'apparato di ricezione direttamente sulla frequenza del satellite da cui si desidera ricevere dati.

SATELLITI POLARI

ANALOGICO
Satellite Frequenza (MHz) Modo
NOAA 15 		137.500 APT
NOAA 17 		137.620 APT
NOAA 18 	       	137.100 APT
Meteor 2-21 	       137.850 - 137.400 APT
Meteor 3 		  137.850 APT
Okean 4 		 137.000 APT
Sich 1 			    137.400 APT
DIGITALE
Satellite Frequenza (MHz) Modo
NOAA 12 		1698.0 HRPT
 				1691.0 WEFAX/LRIT
NOAA 14 		1707.0 HRPT
NOAA 15 		1702.5 HRPT
NOAA 16 		1702.5 HRPT
NOAA 17 		1707.0 HRPT
NOAA 18 		1698.0 HRPT
FengYun 1C 	      1700.4 CHRPT
FengYun 1D 	      1700.4 CHRPT
Seastar 		   1702.5 SeaWifs

SATELLITI GEOSTAZIONARI

Europa e Africa
Satellite Dati
Meteosat 7 	HRI 1694.5 MHz, Wefax 1691 e 1694.5 MHz
Meteosat 6 	HRI 1691 MHz

 DEFINIZIONE E USI 

Le antenne sono dispositivi in grado di convertire un segnale elettrico  in onde elettromagnetiche ed irradiarle nello spazio circostante o viceversa.

Le antenne possono essere trasmittenti o riceventi a seconda dell'uso cui sono destinate, oppure possono svolgere tutti e due le funzioni anche contemporaneamente.

Le antenne sono dunque impiegate nei trasmettitori e nei ricevitori  CB, radioamatoriali, televisivi, radiofonici, nei cellulari, nei ponti radio, nei satelliti artificiali, nei radiocomandi .

 PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO 

Un trasmettitore è costituito, essenzialmente, da un generatore del segnale elettrico, da un linea  a radiofrequenza e da un'antenna trasmittente secondo lo schema indicato in figura.

Il generatore produce un segnale elettrico contenente l'informazione da trasmettere, che può essere costituita, ad esempio, da un suono, nel caso di una stazione radioamatoriale o un baracchino.

La linea elettrica a R.F. trasporta il segnale dal luogo dove questo è prodotto, all'antenna trasmittente per essere inviato sotto forma di onde elettromagnetiche al destinatario dell'informazione.

La linea di collegamento è di norma indispensabile perché l'informazione  è prodotta spesso in un punto diverso da quello dove si trova l'antenna.

Il radioamatore, ad esempio, può abitare a primo piano, mentre l'antenna va posta di preferenza, per funzionare meglio,  sul tetto dell'ultimo piano,come è schematicamente indicato nella figura a destra.

 

I campi elettrici e magnetici lungo il cavo si annullano quasi completamente per compensazione essendo i conduttori attraversati da cariche elettriche vicinissime e di segno opposto, lungo l'antenna invece, le cose cambiano completamente in quanto qui le cariche di segno positivo si trovano su uno stilo lontano da quelle di segno negativo che si trovano sull'altro stilo ed inoltre le correnti elettriche non risultano opposte, come avviene lungo il cavo, bensì allineate in modo da intensificare l'effetto del campo che esse producano.

 

Il campo  elettrico circostante  il cavo è  di intensità trascurabile perché dovuto alla differenza fra le due cariche e  soprattutto perché i conduttori, schermati, ne rendono impossibile l'irradiazione. 

Analogamente il campo  magnetico circostante  il cavo è  di intensità trascurabile perché dovuto  alla differenza fra le due correnti circolanti nei due diversi conduttori.

Quando perviene sull'antenna, il segnale, si trasforma in energia elettromagnetica perché, in base alle equazioni di Maxwell, una perturbazione del campo elettrico dovuta alla continua variabilità data dalla frequenza, determina una continua variazione del campo magnetico e viceversa, dando così luogo a un'onda detta appunto elettromagnetica costituita da anelli di campo magnetico che si alternano con anelli di campo elettrico ad essi perpendicolari  e viceversa.

 

L'antenna, da un punto di vista elettrico, si comporta come un circuito risonante serie, come può intuirsi dalle modifiche indicate nella sequenze seguenti ove, partendo da un circuito RLC serie a componenti discreti, si va sempre riducendo il valore dell'induttanza, della capacità e della resistenza del circuito fino ad ottenere un circuito a componenti concentrate che corrisponde ad un'antenna.

Da un punto di vista elettrico, dunque, l'antenna è un'impedenza di tipo RLC e come tale è vista dal generatore.

La sua risposta in frequenza corrisponde a quella di ogni circuito risonante ed ha comportamento di tipo resistivo in corrispondenza del centro della curva, ohmico - capacitivo per frequenze inferiori, ohmico - induttivo per frequenze superiori.

All'interno della banda passante, il comportamento dell'antenna può essere assimilato con buona approssimazione, a quello di una resistenza e il suo valore è detto resistenza di antenna.

E' bene che la linea a R.F. sia adattata per una sua ottimizzazione d'uso all'antenna, ed essendo l'impedenza caratteristica della linea praticamente una resistenza pura, allora è bene che l'antenna sia usata all'interno della sua banda passante.

La resistenza di antenna, però aumenta all'aumentare  del rapporto fra la lunghezza e il diametro, per cui, come spesso si fa per i baracchini, si usa porre in cima all'antenna, una vite di regolazione con lo scopo di adattare la resistenza dell'antenna alla linea.

La banda passante aumenta invece al crescere del rapporto diametro/lunghezza.

Mantenendo costante allora la lunghezza dell'antenna, che è determinata dalla frequenza centrale di sintonia, maggiore è il diametro, maggiore è la larghezza di banda dell'antenna.

 TIPI FONDAMENTALI 

La prima antenna fu inventata da Hertz ed ha la forma indicata in figura.

Oggi l'antenna che porta il suo nome è molto usata, ad esempio nei trasmettitori e ripetitori per cellulari e per sistemi radiotelevisivi, spesso non da sola, ma in cortine.

La lunghezza di ognuno dei due stili è, in prima approssimazione, l/4 , o meglio,  tenendo conto di un fattore correttivo del 5% in meno, è il 95% di l/4.

L'antenna marconiana, che prende il nome da Guglielmo Marconi, ha invece uno stilo a massa ed un altro lungo l/4, o, se si vuole essere più esatti, il 95% di l/4

L'antenna hertziana ha resistenza di radiazione uguale a 73 W, mentre quella marconiana ha resistenza di radiazione uguale a 36,5 W.

 RENDIMENTO 

Nelle antenne, sia trasmittenti che riceventi, circola corrente elettrica a radiofrequenza che determina perdite per effetto Joule.

Si definisce allora rendimento o efficienza, il rapporto fra la potenza irradiata e la potenza ricevuta, come indicato a destra.

Le  perdite termiche in un'antenna hanno valori che vanno dal 3 al 5%, corrispondenti ad un rendimento del 97 - 95%.

 GUADAGNO 

Le antenne non irradiano energia elettromagnetica con la stessa intensità nelle varie direzioni circostanti.

Il diagramma di radiazione  indica l'intensità di potenza che viene irradiata nelle varie direzioni dall'antenna in esame.

Per meglio realizzare questo studio si è definita un'antenna, detta isotropa o isotropica, inesistente nella realtà,  ma che viene comodo usare come confronto per i diagrammi di radiazione di tutte le altre antenne.

Questa ha la caratteristica di irradiare in ogni direzione con la stessa intensità ed ha quindi come diagramma di radiazione una sfera che, in una rappresentazione piana, diventa un cerchio.

Il guadagno di un'antenna è definito come il rapporto fra la potenza irradiata dall'antenna in esame nella direzione di massima irradiazione e la potenza che irradierebbe un'antenna isotropa nella stessa direzione se fosse alimentata con la stessa potenza.

A destra è rappresentato il diagramma di radiazione dell'antenna Hertziana, confrontato con quello dell'antenna isotropa.

Il guadagno dell'antenna Marconiana è il doppio di quella hertziana, e cioè: 3,3

L'antenna costituisce la terminazione di una linea a radiofrequenza.

Lungo la linea viaggiano un'onda di tensione e di corrente che giunte all'antenna determinano su di questa un'onda stazionaria di tensione e di corrente i cui diagrammi sono rappresentati a destra nel caso di un'antenna hertziana.

ANTENNE CARICATE

Talora la lunghezza di un'antenna calcolata secondo l/4 ovvero l/2 risulta eccessiva in quanto scomoda da montare ad esempio su di un autoveicolo, in questo caso è possibile accorciarla, ma bisogna adattarla, infatti l'antenna ha comportamento resistivo puro soltanto se lunga  l/4 ovvero l/2, raccorciata invece, mostra  impedenza di tipo ohmico capacitivo.

L'adattamento si realizza con l'inserzione, alla base della stessa, e quindi in serie, di un'induttanza di valore eguale ed opposto a quello della capacità introdotta con l'accorciamento in modo da neutralizzarne gli effetti.

Adesso però, seppure risulta adattata, l'antenna non viene utilizzata con il massimo delle prestazioni né in trasmissione né in ricezione, perciò questa modifica va effettuata solo in caso di effettiva necessità.

Lo stesso effetto può essere ottenuto ponendo una capacità, ottenuta praticamente con un dischetto o un semplice allargamento dell'antenna all'estremità.

L'effetto opposto, cioè quello di aumentare la lunghezza dell'antenna rispetto ai valori teorici di l/4 ovvero l/2, si può ottenere ponendo una capacità alla base dell'antenna. 

 ALTRI TIPI DI ANTENNE

L'antenna Yagi - Uda, indicata in figura in basso a destra, è costituita da un dipolo ripiegato che funge da ricevitore, da uno stilo che funge da riflettore, da alcuni stili che fungono da direttori. 

La sua direttività ed il suo guadagno sono esaltati dal numero di direttori aggiunti, fino però al limite di una quindicina, perché oltre, un ulteriore aumento riduce il guadagno a causa del loro assorbimento di energia elettromagnetica.

E' usata come antenna ricevente per la banda  televisiva VHF.

Le antenne ground plane sostituiscono la superficie riflettente del terreno utilizzata dall'antenna Marconi, con una schiera di radiali e vengono usate dai CB e dai radioamatori.

Il dipolo ripiegato, indicato in figura sotto, ha resistenza di radiazione di 300 W; guadagno di 1,65; maggiore larghezza di banda dell'antenna hertziana, ed è usato nei trasmettitori per radio, televisione, cellulari, spesso organizzato in cortine.

 ALLINEAMENTI DI ANTENNE

Un' antenna verticale a stilo ha un diagramma  di radiazione che nel piano orizzontale è una circonferenza e pertanto irradia in tutte le direzioni del piano orizzontale.

Non è così per le antenne direttive le quali manifestano una direzione preferenziale di trasmissione, come ad esempio l'antenna Yagi costituita da più dipoli allineati.

E' possibile costituire quindi sistemi di antenne a stilo organizzate in allineamenti paralleli e complanari allo scopo di aumentarne la direttività, concentrando la maggior parte della loro energia elettromagnetica emessa, in una direzione, o in alcune direzioni preferenziali.

Sono detti broadside gli allineamenti di N dipoli a mezz'onda, eccitati in fase, nei quali l'emissione ha luogo perpendicolarmente al piano delle antenne, distanti l/2 fra loro ed in numero pari.

In questi allineamenti, il campo totale è N volte più intenso di quello di un solo dipolo.

Sono detti endfire, gli allineamenti  nei quali l'emissione ha luogo lungo l'asse dei dipoli.

Appartengono a questa categoria, le antenne Yagi, anche se vengono usate in ricezione.

Sono detti collineari gli allineamenti  nei quali n  dipoli a mezz'onda sono posti tutti su una stessa retta ed in questo caso il diagramma d'irradiazione è di forma circolare, cioè lo stesso di quello di una sola antenna, però n volte più intenso.

Sono usate nei ripetitori radiotelevisivi.

Le cortine di antenne sono poi costituite da allineamenti broadside e collineari insieme, quindi da n righe e N colonne di antenne ed il guadagno è uguale a: G = 1,65 n N.

Se si vuole raddoppiare ulteriormente l'intensità del campo, si può mettere uno schermo costituito da una rete metallica dietro la cortina di dipoli e parallelamente ad essa, a distanza l/4.

Le cortine di antenne con schermo sono state usate come antenne trasmittenti per i primi radar perché molto direttive.